21 Aprile 2013 - Al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano

10 maggio 2013 - UNA CRISI SENZA FINE
ADESSO BASTA!


Glielo dica, Presidente, che nella vita, nello straordinario breve passaggio della nostra vita, ci sono momenti per piangere e per sorridere: ieri è stato un momento in cui tutti, dico tutti, indistintamente, avremmo dovuto versare qualche lacrima.
Glielo dica, Presidente, che nella vita, prima o poi, la nostra coscienza di uomini ci deve chiamare ad una pausa, ad una riflessione, per capire se per caso, in taluna circostanza, abbiamo sbagliato, se abbiamo fatto qualche errore che magari abbia potuto danneggiare qualcuno, anche solo la nostra dignità di uomini.
Glielo dica, Presidente, che è giusto e sacrosanto reclamare un governo per il Paese, che è bello dare la nostra piena disponibilità, ma poi è necessario che le nostre azioni politiche non abbiano alcun cedimento di fronte ad una necessità assoluta e predominante, cioè quella di combattere, con ogni mezzo, la corruzione pubblica e privata, la piaga dell'evasione fiscale, la corsa senza limiti verso i confini della nostra Italia con la valigia piena di denaro, perché è solo così che si può invertire la rotta, non ci sono altre possibilità, né, purtroppo, ci sono alchimie particolari o pozioni magiche.
Glielo dica, Presidente, che in politica, così come in una competizione sportiva, è giusto e sacrosanto combattere i nostri avversari con correttezza e lealtà, senza però umiliarli o, peggio, deriderli, nel caso in cui riuscissimo a prevale su di loro, come invece è successo dopo le recenti elezioni politiche.
E glielo dica, Presidente, al Signor Giorgio Napolitano, che gli siamo enormemente grati per l'ulteriore prova di senso dello Stato, di abnegazione e di amore verso il suo Paese che ha voluto dare, quando le dimostrazioni erano già state tante, e di altissimo livello. Grazie, con il cuore.

Prof. Claudio Arditi

 

 

 

(E' prioritario che alcune persone si rendano conto che è necessario mettersi da parte: bisogna che lo comprendano, che ne acquisiscano piena consapevolezza.
Lo devono fare per il bene dell'Italia, per la loro coscienza, per la loro dignità di uomini.)


Quando sento, ieri sera, durante la trasmissione di Lilli Gruber, il Ministro Fabrizio Saccomanni affermare che l'attuale crisi dell'economia italiana non ha alcuna dipendenza da quella internazionale, ma dipende esclusivamente da nostri demeriti, ho la conferma che le mie valutazioni erano esatte.
L'Italia non è in crisi per le restrizioni imposte dall'Europa o per le scelte del precedente governo, l'Italia è in crisi per colpe proprie, per gravissime scelte proprie.
Quando si ha un debito pubblico superiore al 120% del PIL, la colpa è solo tua; quando non sei più un "Paese sovrano", ma dipendi totalmente dai mercati finanziari, e quindi dall'ormai famoso "spread", la colpa è solo tua. Quando consenti che la malavita organizzata prenda larga fetta delle tue risorse, la colpa è solo tua. Quando consenti che la stessa malavita occupi sempre più "spazi vitali" della società, con gravissimi danni per la comunità, la colpa è solo tua. Quando consenti tutto, sia nel pubblico che nel privato: intollerabile corruzione, spreco di denaro, dilagante evasione fiscale, la colpa è solo ed esclusivamente tua.
Quando hai una industria medio-piccola che stenta ad essere competitiva sul mercato globale, perché non ha avuto, e non ha, la forza, anche finanziaria, per rinnovarsi, per essere al passo con gli altri, la colpa è tua.
Quando tu, Stato, non sei in grado di onorare in fretta i tuoi debiti, la colpa è solo tua, e gravissima!
Quando consenti ai partiti di fare tutto quello che vogliono, la colpa è tua. A tale proposito, mi chiedo, e lo chiedo a certi partiti, come si può candidare, avere la "faccia tosta" di candidare persone apertamente inquisite dalla magistratura? Non è una sfida al buon senso, alla intelligenza degli italiani? Non sarebbe stato meglio, e più corretto,  aspettare, anche solo per una questione di rispetto verso gli stessi italiani?

Ed allora, con una situazione generale così compromessa, così difficile, così insostenibile per milioni di famiglie, al di là di certe previsioni ottimistiche, ma solo di facciata (lo stesso Ministro ha affermato che dall'attuale crisi si uscirà, se non altro perché prima o poi si esce da qualsiasi crisi.....basta solo aspettare....), una cosa è certa: l'Italia è un Paese da ricostruire, totalmente da ricostruire, senza perdite di tempo, senza scorciatoie, senza equivoci. È da ricostruire nella mentalità della gente, nella percezione della "cosa pubblica", negli uomini.
Certe novità politiche, al di là di scelte discutibili, per non dire sbagliate, sono positive, ma è prioritario che alcune persone si rendano conto che è necessario mettersi da parte: bisogna che lo comprendano, che ne acquisiscano piena consapevolezza.
Lo devono fare per il bene dell'Italia, per la loro coscienza, per la loro dignità di uomini.
Non è nella logica delle cose, nella "resistenza alla sopportazione umana" che si vada avanti così, è arrivato il momento di dire: basta! Veramente, basta!
E costruiamo il futuro! Con volti nuovi, che vogliano impegnarsi, che non mirino ad obiettivi personali, ma abbiano a cuore il bene della nostra Italia. Solo così potremo dare un futuro ai milioni di giovani che premono, che scalpitano, che reclamano il loro spazio, il loro diritto ad avere una prospettiva, una speranza. (Se un Paese non è in grado di dare speranza ai suoi giovani, alla parte più vitale della sua società, che Paese è?)