Non sono un poeta, sono un uomo che ama la poesia

Le poesie dei miei vent'anni
Povertà

La nostra morte
Pietà
Uccidere
Noi
Cuore
Volo di colombo
Due occhi per vedere
Preghiera
Andare
Amare
Il vento

Le poesie dei miei sessant'anni
I sogni (Ultima scritta)
Perché
La borsa
Illusioni
Quando gli uomini scelgono il male
I miei occhi
E' l'amore
(musica di sottofondo)
Poesia dedicata all'Egitto -VIDEO
Io, dal valico di Rafah!
Suoni e luci davanti alla Sfinge - VIDEO
Immagine della Sfinge
Cos'è il Natale, papà? - VIDEO
Dal Cielo (gli amori straordinari ed unici)
Riprovaci

Povertà

Sei davanti a me,
con i tuoi piedi nudi,
con il tuo dolce viso di bambino,
con i tuoi occhi velati di malinconia.
Mi guardi intensamente,
guardi un uomo che si sente all’improvviso
spoglio,
spoglio di tutte le sue certezze,
spoglio delle sue presunzioni,
spoglio dei suoi grandi desideri,
spoglio delle sue luci,
spoglio dei suoi luccichii,
spoglio dei suoi egoismi.
Mi tendi la mano,
ma io ho nulla da darti,
ho soltanto la mia povertà.

La nostra morte

Su quel campo macchiato di sangue
sei sola,
sola con quelle braccia che ti stringono forte,
sola con quelle mani che ti accarezzano dolcemente,
sola con quegli occhi che vorrebbero dirti mille cose,
sola con i tuoi grandi desideri di madre,
sola con i tuoi sogni infranti,
sola con le tue lacrime disperate,
sola con la sconfitta più umiliante,
sola con la tua morte,
sola con la nostra morte.

     
 

Pie

Oh voi, morti, che siete così lontani,
che vivete in un mondo diverso,
in un mondo che solo voi conoscete;
oh voi, morti, che vegliate su di noi,
giudici implacabili dei nostri affanni,
delle nostre debolezze,
non condannateci così inesorabilmente,
abbiate pietà di noi,
aiutateci a vivere, ad amare.
Oh voi, morti, che avete sorriso
quando il boia ha reciso le vostre teste,
aiutateci a guardare lassù, su quella collina,
dove il vento non smette mai di soffiare,
dove croci macchiate di sangue,
che mai pioggia riuscirà a portare via,
sono lì, impronte incancellabili nei nostri petti.

Uccidere

Il selciato, bianco come l’anima della nostra gente
che bagna la terra con il sudore della fronte,
ha cambiato colore. Una donna sola sta pregando,
mentre lacrime disperate cadono lentamente
su quel meraviglioso mazzo di fiori che tiene stretto in mano:
belve inferocite le hanno preso il fiore più bello.
Quanto è terribile la vita per la gente come noi,
donna sola!
Noi non abbiamo occhi per guardare,
bocca per sorridere,
noi dobbiamo essere niente.
Sì, un giorno quel selciato sarà bianco di nuovo,
ma cambierà colore ancora una volta,
donna sola.

     
 

Noi

Guardaci bene straniero,
guarda quel volto di donna,
ieri bello come quello di una dea,
oggi vecchio come la nostra disperazione.
Guardali quegli occhi di bambino
che cercano l’infinito,
quelle mani che tremano,
quei piedi nudi come la nostra anima;
guardaci bene straniero,
e dillo ai tuoi amici che hai visti la miseria.

Cuore

Ricordi amore mio quante corse,
mano nella mano,
sul prato verde dei nostri sogni;
quanto era meraviglioso il profumo dei fiori
e lo scorrere lento del fiume.
Come erano belli i nostri volti
illuminati dai raggi del sole!
Ricordi amore mio
quanta voglia di sorridere
e di amare il mondo.
Ora che gli avvoltoi ci hanno strappato il cuore,
la nostra stagione è finita
e, mano nella mano,
correremo sul prato verde del nostro dolere.

     
 

Volo di colombo

Guarda, c’è un uomo là, in mezzo al fango,
non lo riconosci? È tuo fratello!
Il colore della sua pelle è diverso!
No, guardalo bene, è uguale al tuo.
È possibile che non lo riconosci?
Piange dal dolore della morte?
No, chiede a Dio il tuo amore.
Guardali quegli occhi di bambino,
non lo riconosci? È tuo figlio!
Non lasciarlo lì, non ucciderlo,
non vedi che ti tende la mano?
Prendila e cammina con lui verso il Sole.

Due occhi per vedere

Se nella vita riuscirò ad amare
chi è diverso da me,
a comprendere chi ha sbagliato;
se riuscirò ad asciugare una lacrima,
a gridare viva la libertà,
a dare un bacio,
la tua luce illuminerà il mio cammino,
ed io non sarò mai solo, Signore.

     
 

Preghiera

In quel campo
dove i fiori hanno smesso di fiorire,
dove uomini giacciono
uccisi,
trucidati dal nostro egoismo,
dalla nostra sete di sopraffazione,
dove gli avvoltoi rispettano i corpi,
una sola preghiera:
Signore,
fa che gli uomini si amino di più.

Andare

Mi sono alzato avevo gli occhi chiusi.
Già è sera.
Il sole scompare lentamente,
vorrei fermarlo,
impedirgli di abbandonarmi,
ma ogni sforzo è inutile.
È notte.
Non ho paura,
ci sono mille luci accanto a me.

     
 

Amare

Quando il cielo è meravigliosamente azzurro
anche se ci sono le nuvole,
quando i fiori fioriscono anche in autunno,
quando i giorni sono lunghi come anni
o le ore attimi di intensa felicità,
e il tuo cuore batte sempre più forte,
le tue mani tremano
e tu non riesci a parlare,
quando i tuoi occhi sono lucidi anche se non hai pianto,
allora hai conosciuto l’amore,
e vivi nel terrore che il mondo crolli da un momento all’altro,
figlio mio.

Il vento

Oggi il vento soffia violento
e implacabile,
portando con sé alberi e capanne,
mentre noi restiamo là, immobili,
con il volto scavato e lo sguardo fisso.
Siamo soli, incapaci di piangere o sorridere,
di disperare o gioire.
Domani il vento soffierà ancora,
porterà via anche noi,
e là nessuno si accorgerà nella nostra mancanza,
rimarrà il vento.

 

Le poesie dei miei sessant'anni

 

Perc

Le luci dei lampioni che illuminano la città,
e quelle dei negozi pieni di gente per gli ultimi acquisti;
un gran via vai di persone che camminano veloci,
senza mai girare il capo;
una limousine nera che compare all’improvviso
da un grande cancello
e poi, altrettanto rapidamente, scompare in mezzo al traffico:
chissà chi c’è dentro e perché così lunga.
Una passerella con abiti bellissimi e signore eleganti
che applaudono compiaciute,
magari venute da molto lontano;
una casa con tante persone dentro e due ragazzi
che si amano in diretta televisiva.
Ragazze bellissime, elegantissime, con i tacchi alti,
che escono dal portone di una grande
villa illuminata a giorno,
tenendo stretta in mano una borsetta
che non possono perdere.
Delle luci ed una musica, là, in mezzo al mare,
…………………………………………………
e poi tu, così piccolo, con i piedi nudi
e due grandi occhi neri che mi guardano fissi,
ed io non so cosa dire.
Poi loro, i perché, senza risposta.

La borsa di plastica

Intorno il silenzio,
solo una musica lontano, forse una festa.
Fiocchi di neve scendono silenziosi davanti a me,
e poi si perdono sul selciato.
Il mio volto appare e scompare, con regolarità,
illuminato dalle luci della casa di fronte.
Alzo lo sguardo,
un uomo sta passeggiando con il suo cane,
mentre due ragazzi, abbracciati,
si avvicinano ad un portone,
la ragazza sorregge una borsa di plastica.
Che strano, è uguale alla mia!
Ho freddo, ho tanto freddo!
E' Natale!
Ma non per me.

 

 

 

 

 

 

Illusioni

Le illusioni? Sono i sogni e le speranze che si infrangono contro il muro della nostra esistenza.
………………………………………..
illudersi che il colore della mia pelle possa cambiare,
ed invece è sempre lo stesso, ogni mattina, davanti ad uno specchio

illudersi che qualcuno si accorga dei  miei poveri stracci, là, davanti ad un vecchio portone o sui gradini di una chiesa

illudersi che le mie sofferenze finiscano da un momento all’altro,
ed invece sono sempre lì, disteso su un letto d’ospedale

illudersi che la mia casa possa essere più grande e spaziosa,
ed invece è piccola ed umida, e con le sbarre alle finestre

illudersi di spiccare il volo, come una rondine a primavera,
ed invece non mi reggo in piedi

illudersi di vedere il sorgere del sole sopra l’azzurro del mare,
ed invece per me c’è solo il buio

illudersi che qualcuno, almeno una volta nella vita, possa dirmi ti amo,
ed invece sono sempre solo e triste

illudersi che si accorgano delle mie lacrime disperate di mamma
che vede tornare il proprio figlio su di una bara, e riflettano, e meditino, molto intensamente
(sulla loro stupidità!)

illudersi che prima o poi si apra uno squarcio di ragione e consapevolezza
nella sete di potere di certi “uomini”, ed il mio dolore divenga così più sopportabile

illudersi, illudersi, illudersi…………………quante le delusioni, a volte cocenti!

...........................................................

illudersi che la mia vita possa finire al più presto, e mi illumini dell’immensità del Cielo

illudersi che la mia vita duri un momento di più,
e  invece è solo un attimo, ed è subito sera, e mi illumino dell’immensità del Cielo

Quando gli uomini scelgono il male

Ti hanno umiliato e deriso,
ti hanno pure crocifisso.
Hanno scelto un altro più meritevole di te,
e saluti, applausi, tanti applausi,
e cori: "Bravo, bravo, bravo....!"
Bravi! Bravi! Bravi!
Ma Tu li hai beffati tutti perché sei ovunque,
sul marciapiedi di una città,
sporco e con pochi stracci addosso,
sui gradini di una chiesa
o davanti ad un centro commerciale,
per le vie di Calcutta o tra le favelas brasiliane.
Sei negli occhi di un bambino africano
o di uno che che ha perso i capelli,
e ti vesti pure da clown per strappargli un sorriso.
E sei anche sui nostri petti.
Sei veramente un Uomo straordinario.

 

I miei occhi

Vieni qui,
il tuo petto sul mio petto,
le tue labbra sulle mie labbra,
il tuo cuore sul mio cuore,
la tua anima sulla mia anima,
i tuoi occhi sui miei……..
Vieni qui, amore mio,
e stringimi forte!

E' l'amore

Ho visto la luce
nei tuoi meravigliosi occhi azzurri,
era la luna,
ho visto una carezza sui tuoi capelli neri,
era il vento,
ti ho visto correre, mano nella mano,
su un prato in fiore, e cercare l’infinito,
eravamo noi due,
ho sentito un cuore battere forte,
era il tuo e il mio,
vedo le foglie cadere sui nostri capelli bianchi,
è la vita,
scorgo una lacrima nei tuoi occhi azzurri,
è la nostalgia,
cerco una mano da unire alla mia,
è l’amore.

     
 

Omaggio all'Egitto e alla Palestina, umiliata e ferita

Il valico di Rafah, tra striscia di Gaza ed Egitto
   

In Egitto si può entrare da Nord o da Sud, da Est o da Ovest,
io sono entrato da …..Est, insieme a donne, bambini e merci, dal passo di Rafah,
con una valigia in mano, un sogno nel mio cuore e il desiderio di vedere un grande Paese.

Ho visto il Nilo, e vi ho pure navigato sopra,
con il suo incedere maestoso, carico di vita e di Storia, silenzioso, come si conviene ad un vecchio saggio con la barba lunga che dispensa poche parole, ma pesanti come massi di granito.
Ho visto il deserto, e l’orizzonte, e il sole che lentamente scompare in un bagliore di fuoco.
Ho visto Re e Regine, ho visto templi e colonne,
ho visto le piramidi, che puntano verso il cielo a cercare le stelle, e ho pure scavato, fino alle loro viscere,
e poi lei, la più bella, la più inaccessibile, la più temuta,
la Sfinge,
che guarda e giudica, i grandi uomini e i piccoli uomini, tutti, senza pietà.
Ho visto la ricchezza e la povertà,
la stessa povertà che alberga in qualsiasi villaggio del mondo, e pure nei nostri cuori,
ho visto la speranza, anzi, la certezza che il futuro sarà migliore,
perché un Paese con un passato così straordinario, troverà sicuramente le energie per far rinascere nuovi splendori.
Ho visto gli occhi dolcissimi di una bambina e di un bambino
e cammelli, bambole e bracciali. Ho visto il cielo, d’azzurro terso,
e l’anima che lentamente sale richiamata dalle parole del Muezzin,
e lì, in mezzo alle nuvole,
circondato da cammelli, bambole e bracciali,
in un’estasi di commozione e rabbia,  una esclamazione:
viva l’Egitto, viva la Palestina.
Dimenticavo: era Primavera.


"28 Maggio 2011 - L’Egitto ha deciso questa mattina la riapertura permanente del valico di Rafah, punto di accesso alla Striscia di Gaza, il territorio palestinese controllato da Hamas e soggetto all’embargo imposto da Israele. Il via libera era atteso da numerose persone su entrambi i lati della frontiera, in un clima di entusiasmo. La chiusura era stata decisa nel 2007 da Hosni Mubarak dopo la vittoria elettorale di Hamas su Fatah. L’ex presidente egiziano aveva deciso di sostenere la linea israeliana per esercitare una politica di controllo sul partito integralista. Politica che è stata ribaltata dalla giunta militare che ha preso potere al Cairo.

Rafah è l’unico valico a non essere sotto il controllo di Israele: già in altre occasioni era stato riaperto, anche se per periodi limitati o solo per alcune categorie. Il via libera definitivo arriva dopo che l’Egitto del post-Mubarak è riuscito all’inizio del mese a far sottoscrivere un accordo di riconciliazione tra Hamas e Fatah, movimento al potere in Cisgiordania.

   

Cos'è il Natale, papà?

    È la vita e la gioia di vivere,
se hai la forza per un sorriso o per un ciao,
se hai la forza per una stretta di mano o per un abbraccio,
se hai la forza per danzare, su un prato in fiore,
o udir lo stormire di foglie,
come scrive il poeta,
se hai la forza per contare le stelle del cielo
e dire: ti amo, amore mio,
se hai la forza per sollevare la Terra
e gridare: non è giusto! Viva la libertà!
Se hai la forza per sorreggere tua madre e tuo padre,
oramai vecchi e stanchi, se hai la forza per piangere e  pregare, in silenzio,
e poi rialzarti,
e cercare l’orizzonte, e l'alba di un nuovo giorno.

Deve essere la vita e il rispetto per la vita, anche se non ce la fai più,
anche se oramai hai la forza per una sola parola: basta.
Perché la vita non è tua,
è di tuo Padre e di tua Madre, che te l’hanno donata, e la devi amare, sempre.
Non dimenticarlo mai, figlia mia!
Grazie, papà.
 
         
    Dal Cielo

vedo il sole, è la vita.
Vedo i colori,
sono i miei e i tuoi,
piccolo, grande uomo.
Vedo la gioia e il dolore,
vedo l’umiliazione e il riscatto,
vedo la disperazione e la speranza.
E poi gli amori,
quelli piccoli e quelli grandi,
quelli incancellabili,
e quelli straordinari ed unici,
che fanno vibrare i cuori
e smuovono le montagne,
in un povero villaggio,
in una capanna,
o per le vie di Calcutta,
che importa, sono straordinari!
   
   

Riprovaci

Tuo è il Sole,
tuoi sono i colori e i profumi,
tuo è il vento che accarezza i capelli,
tue sono le braccia che stringono forte.
Tue sono le grida,
tuoi sono i fremiti,
tuoi sono i tanti desideri di uomo.
Tuo è il Cielo,
tua è la speranza
e la gioia di vivere,
riprovaci,
e non abbandonarti più!
   
   

I sogni

I sogni ci avvolgono, ci stringono,
fanno compagnia ai nostri pensieri,
anche quando siamo soli,
anche quando siamo tristi.
I sogni sono la nostra forza,
il nostro coraggio,
la nostra disperazione.
I sogni sono forti, sono tenaci,
resistono al tempo che vola via,
ai capelli che si imbiancano,
alle braccia che si fanno pesanti,
alle gambe che diventano insicure.
Resistono alla nostalgia,
al rimpianto,
agli occhi che si inumidiscono,
al nodo che ci prende alla gola.
Resistono alla tenerezza di un bacio,
di una carezza, di un amore.
I sogni ci sono sempre,
anche quando ci assopiamo per un attimo,
o per l'eternità.